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Vito Lozito

AGIOGRAFIA, MAGIA, SUPERSTIZIONE

aprile 1999, pp. 327, £. 50.000

Antonio de Curtis in arte Toto’, esponendo un suo pensiero sulla superstizione, aveva affermato di credere all’esistenza degli jettatori e che egli giungeva persino a coccolarli per neutralizzare i loro influssi malefici, persuaso che, quando il nemico e’ potente, ogni mezzo sia buono per sconfiggerlo. Agli stessi convincimenti si ispirava la sua interpretazione del personaggio "Chiarchiaro" nel film "La patente", sostenendo che "anch’egli crede nella jettatura, ma in quella degli altri" ovvero il male che gli altri possono provocare. Il grande attore napoletano coglieva, nel suo dire, un aspetto particolare dell’animo umano: la necessita’ di difesa contro "le forze del Male", presenti nella natura o nella mente di ciascun uomo. Formule, modelli di vita, preghiere miste a scongiuri, invocazioni a Santi, a seconda dei periodi storici, di particolari situazioni socio-economiche, tornano ad essere presenti nella vita dell’uomo; persino nella vita quotidiana, nei gesti, nei moduli espressivi, spesso, ripetiamo, pur se a livello inconscio, abitudini, credenze, rituali antichi. Tormentato dal "mal di vivere", in uno stato di necessita’, di avvilimento psichico, ciascuno accetta in via indiscriminata l’intervento del medico, del mago, del santo, purche’ sia efficace alla risoluzione del suo malessere.

Il volume esamina il costume, la mentalita’, l’atteggiamento, tenuti nei primi secoli dell’era volgare (e non solo in quell’epoca) nei confronti dell’arte (o presunta tale) di conoscere il futuro, di avere contatti con il mondo arcano, misterioso degli inferi che provoca sensazioni di paura e al tempo stesso di fascino. L’uomo per esorcizzare le insidie della natura o degli spiriti malefici confezionava e portava addosso, in quei periodi (e anche oltre), talismani, amuleti, erbe magico-terapeutiche contro le malattie, il malocchio, le insidie del vicino. Questo tipo di credenze fu definito, in generale, superstizione, residuo di paganesimo, ma erano e sono, invece, testimonianze di altra cultura, di una cultura o meglio di culture che erano state superate o vinte e, nel fenomeno della cristianizzazione, perseguitate, abolite, assorbnite, arricchite di diversi significati simbolici. Sono le culture di tradizione greca, romana, celtica, germanica che continuano a sopravvivere, ma relegate in secondo ordine. La continuita'’di moduli di pensiero, di usanze, di atteggiamenti si riscontra nelle leggende agiografiche, nelle festivita'’religiose cristiane, che richiamano usi e riti di civilta’ precedenti. Il fenomeno della magia, nelle sue diverse forme, rimane il simbolo piu’ chiaro di questa continuita’; le figure del santo e del mago spesso si fondono e diventa difficile distinguere dove finisce la preghiera e dove inizia l’operazione magica.

I maghi, le incantatrici, condannati, perseguitati dalle istituzioni statuali, ecclesiastiche, continnueranno a prosperare nella societa’ del tardoantico e medievale fino ai nostri giorni. Essi hanno resistito alle persecuzioni, agli interrogatori processuali: la loro "professione" era richiesta sia dalle classi sociali subalterne sia da quelle dirigenziali, in zone rurali e nelle citta’, dato che nell’animo umano albergano perennemente il desiderio di conoscere, di vendetta, l’odio, l’invidia, la disperazione, l’amore negato.

 

Sommario: IntroduzioneI. Note agiografiche – II. La magia nei primi secoli dell’era volgare – III. I primi cristiani e l’origine diabolica della magia – IV. Il santo ed il mago – V. Superstizione, talismani, amuleti, erbe magico-terapeutiche – VI. Strumenti magici, malocchio, scongiuri – NoteAppendice: Maddalena la peccatrice pentita; Taide Alessandrina; Pelagia. Margherita Antiochena; Teodora Alessandrina – BibliografiaIndice delle figure – Indice delle tavole – Indice dei nomi.

 

In copertina: Morte di Simon mago (v. Les Trés Riches Heures du Duc de Berry, XIV sec. in Abstracta 19, 1987, p. 34).

ISBN 88-7949-198-9