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JURGEN HABERMAS, HANNAH ARENDT, NICOLAI HARTMANN. TRITTICO DI ESTETICA

a cura di Luigia Di Pinto, dicembre 1996, pp. 95, £. 25.000

Nel lessico corrente serpeggiano i riduzionismi insanabili di una logica in via di plebeizzazione forzata: il linguaggio non e’ piu’ la rassicurante "casa dell’essere" bensi’ strumento di "perdita di senso". Recuperarne le radici dialogiche significa confutare la "semiosi illimitata" e i "giochi linguistici", azzeranti - come pretende Italo Calvino - ogni differenza di genere tra i vari linguaggi (artistico, scientifico, filosofico, ecc.). Se si cancella la differenza specifica tra realta’ e fantasia, la radicale diversita’ tra un crimine reale (la guerra) e un crimine fantasticato (la guerra in un romanzo) viene adombrata, favorendo il trionfo di una logica di morte. L’Europa sembra non ami pił la vita: vittima del nichilismo postmoderno e del narcisismo soggettocentrico, riesce con difficolta’ a realizzare un autentico rapporto ermeneutico con l’altro, che muova ha precise intese linguistiche preliminari. Si e’ persa l’etica del discorso. Habermas, la Arendt e Hartmann si oppongono pertanto con fermezza ad ogni forma estetica distorta di idealismo linguistico, per auspicare husserlianamente il ritorno al "mondo della vita" (Lebenswelt) e all’empatia. Cio’ consentira’ di riscoprire - come nell’agora’ greca - il piacere di dialogare nella liberta’, poiche’ il confronto aiuta a liberarci dei pregiudizi manicheistici della false coscienza. Si tratta di perseguire un piano semiotico di stile kantiano-husserliano, configurabile per altro verso come concreto progetto estetico-politico in favore della pace. Peraltro, questo disegno teoretico e politico trova in Italia, in contesto neotomista, un valido promotore della filosofia pratica di Aristotele: il cattolico Enrico Berti. L’orizzonte del presente Trittico di estetica costituisce pertanto un punto di riferimento obbligato nel dibattito sulla trasformazione postmoderna in atto, soprattutto per chi nell’estetica ricerchi un’etica emancipativa, con salde radici logico-teoretiche nell’intersoggettivita’.

Sommario: Introduzione (Luigia Di Pinto) - L’estetica di Jurgen Habermas come etica del comunicare (Luigia Di Pinto): 1. Premessa; 2. La "svolta comunicativa"; 3. Alcune analogie tra Habermas e Husserl; 4. Le critiche di Habermas a Italo Calvino; 5. La sfida della complessita’; 6. La differenza di genere tra letteratura e filosofia; 7. Oltre l’estetica decostruzionista di Derrida - L’arte come metafora politica in Hannah Arendt (Pompeo Fabio Mancini): 1. Per una risemantizzazione del concetto di estetica; 2. Il giudizio estetico; 3. Oltre l’idealismo storicistico; 4. Come fruire delle metafore politiche di Heine, Kafka, Brecht e Benjamin; 5. Qualche riflessione finale - Nicolai Hartmann critico dell’estetica idealistica (Rosa Cesareo): 1. Estetica e ontologia; 2. Verso l’estetica oggettivistica; 3. L’arte come oggettualita’ ontologizzata; 4. Il bello nell’arte; 5. Forma e contenuto nell’atto creativo; 6. La fruizione estetica di stile anti-idealistico; 7. Una piccola riflessione - Indice dei nomi - Note biografiche.

ISBN 88-7949-130-X